Descrizione
Il Parco dei Sibillini, pur possedendo interessanti connotazioni ambientali, si distingue fortemente per l’alta valenza antropologica; e l’attrattiva che queste terre hanno storicamente esercitato a livello europeo, con l’insita esaltazione dell’archetipo matristico femmineo, dona a esso una grande carica di simbolismo e di comunicativa.
Esistono prove in quantità dell’attenzione di cui il territorio ha goduto presso i circoli culturali della intera Europa medioevale, fino a rappresentare il motivo ispiratore della letteratura cavalleresca continentale (modellata sui personaggi di Guerrin Meschino, del Tannhäuser, di Antoine de La Sale), il riferimento geografico geodetico dei Pellegrini colti nel viaggio verso Roma, lo scrigno del Graal degli ordini iniziatico-esoterici.
La montagna della Sibilla – con la sua caverna, il suo lago, la sua forma, la sua collocazione a spartiacque in centro Italia – fa supporre che sia stata considerata, nella antichità piceno-sabino-romana, un “omphalos”.
La divisione del libro in capitoli monotematici non intende frammentare la visione ma far emergere di volta in volta nuove prospettive esegetiche: la valenza protoeuropea del mito sibillino; il parallelismo tra storia e leggenda; i mondi interiori della matriarchia; la lettura psicoanalitica del territorio; la mitologia delle acque; gli archetipi della conoscenza; le testimonianze letterarie; i percorsi dei pellegrini; il valore ideale della dieta mediterranea; la forza aggregante del rito; le misteriose energie della terra; le pietre angolari del linguaggio e la potenza evocatrice della parola.
Muovendo da indizi letterari, antropologici, linguistici, archeologici si arriva a disegnare la mappa di un tesoro diffuso, fatto di peculiare cultura, religiosità, folklore, ambiente, arte.
Una mappa che lascia intravedere stupefacenti scenari dietro i segreti della montagna “fatidica”.
Leave a Reply